Meneghina Express’ numbers:

12379 Kilometers in 44 days

350 hours riding

297 batteries recharged

12 countries

4500Kg Co2 reduced vs. gas

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Giorno 44 - DA ALTAVILLA VICENTINA A MILANO - 23 Luglio

MENEGHINA EXPRESS

Testo di Flavio Allegretti

Vedere il sole sorgere dal cassone di un camion, è qualcosa che non avevamo ancora sperimentato.

A dirla tutta, non avevamo nemmeno mai dormito in un vano tanto ampio congiunto a una motrice, che normalmente l'Associazione Energia e Sorrisi riempie di aiuti umanitari da distribuire in tutto il Mondo, ogni volta che con il Team Corse a essa associato partecipa a una competizione di moto-cross, o a una attraversata di deserti e luoghi remoti.

I nostri materassini – che hanno conosciuto il suolo di undici Paesi, le tende e le baracche di persone sconosciute, la sabbia del Gobi, il terreno frastagliato della steppa, l'erba morbida degli altipiani e quella rigogliosa a lato dei fiumi nell'Altai russo, le spiagge irregolari di fronte al Mare di Azov, al Caspio e al Nero – vengono sgonfiati e riposti con cura nelle loro custodie, così come i sacchi a pelo.

È chiaro dall'espressione del viso di ogni componente del Team di Meneghina Express che la giornata di oggi non sia una giornata qualsiasi. Nessuna delle qarantatre precedenti lo è stata. Ma oggi, mercoledì 23 luglio 2013, siamo a pochi chilometri da Milano. Ci arriveremo con un paio di giorni di anticipo rispetto alle previsioni, ma senza alcun eccesso di zelo: l'idea, saggia, legata alle tempistiche delle nostre tappe, teneva conto di qualsiasi tipo di imprevisto capace di rallentare o fermare la nostra progressione; perciò abbiamo giocato d'anticipo e, grazie al cielo, nessuna sventura ha compromesso la nostra marcia.

L'arrivo a Milano di oggi, inoltre, vuole essere la celebrazione di questa impresa e il trionfo di essere riusciti a portarla a termine, dedicata innanzitutto a chi l'ha vissuta in prima persona e a chi, dalla base meneghina, ha coordinato la comunicazione, la stampa, le immagini e quanto altro sia stato indispensabile a farci arrivare fino a qui, senza difficoltà insormontabili e a rendere possibile in tempo reale il racconto di quanto abbiamo vissuto.

Prevediamo e scegliamo, dunque, di arrivare a Milano in sordina per il Mondo, e di lasciare ai giorni che verranno lo spazio e le occasioni necessarie per condividere e celebrare ufficialmente il nostro arrivo con Expo2015, gli Sponsor, i Media, le nostre famiglie e i nostri amici.

Con calma – perchè adesso che sei praticamente a casa, da una parte non vedi l'ora di arrivare e dall'altra non riesci a credere che il viaggio possa davvero conoscere una fine – salutiamo l'amico Giampietro Dal Ben, beviamo un caffè, sistemiamo i bagagli e, attorno alle nove, saliamo a bordo delle moto e dei pick-up, diretti verso il Capoluogo lombardo.

In auto c'è silenzio e i piloti – che per la prima volta, oggi, non indossano la tuta ma le sole protezioni – guidano a velocità costante e con una certa compostezza. Non riusciamo a immaginare quali possano essere i pensieri di ogni componente del Team, ma abbiamo la certezza che siano ricchi di emozioni che non vedono l'ora di essere condivise. Oppure, al contrario, di emozioni talmente private, che non sarà facile comunicare ma che, di certo, segneranno per il resto dell'esistenza ognuno di quelli che hanno avuto il privilegio di fare parte di questa impresa.

Sì, un'impresa. E un'avventura, un primato, un viaggio, una gioia, una fatica; una, dieci-cento-mille scoperte.

I silenzi e le emozioni in divenire, vengono proverbialmente rilanciate al futuro a causa di situazioni molto più pratiche e molto più italiane. Ci rendiamo conto di essere in Italia, in Lombardia, quasi a Milano, quando sull'A4 vengono segnalati dieci chilometri di coda da Capriate San Gervasio verso il Capoluogo.

Allora si rende necessario uscire a Trezzo sull'Adda, attraversare alcuni comuni della provincia, e raggiungere Milano entrandoci dall'Idroscalo.

Due moto che non fanno rumore e due pick-up colorati e ben identificabili, che sul tetto montano cinghie a tenere salde ruote di scorta e tende, non passano di certo inosservati: attraversiamo la città con l'emozione unica di chi è consapevole di quante altre strade siano state battute, prima di quelle eleganti del Centro, che ora ci vedono sfilare nelle preferenziali, a lato dei negozi di Montenapoleone, di fronte alla Scala, di fianco al Duomo, per poi arrivare nel luogo che sentiamo più milanese rispetto alla nostra impresa.

Piazza Castello, in una giornata di caldo e sole, mentre i turisti orientali si riparano dai raggi con ombrelli simili a quelli visti a Shanghai, assiste agli ultimi metri di questo viaggio. Scorgiamo almeno un paio di visi conosciuti, in Largo Cairoli. È lì, a pochi metri da noi, il punto designato ad arrivo per Meneghina Express. Ogni centimentro sembra un chilometro e, dentro, montano gioia e paura, sorrisi e lacrime che non si vedono ma che inondano i nostri spiriti. Si pigiano le leve e i pedali dei freni, girano in senso anti-orario le chiavi, si spengono i motori.

Siamo arrivati! Come marinai che non toccano terra da mesi, scendiamo dai mezzi con l'urgenza di chi non può più attendere. Nicola abbraccia la moglie Valentina e i suoi cari, che lo attendevano con impazienza, insieme a Elena che ha gestita l'anima sostenibile di Meneghina Express. Ognuno di noi stringe mani, elargisce e riceve abbracci, da chi ha saputo all'ultimo che saremmo arrivati oggi e ha corso qui per accoglierci. Ci facciamo un applauso che è un trionfo e una liberazione, godiamo dei complimenti e delle congratulazioni di passanti e curiosi e, semplicemente, per un solo attimo riguardiamo tutto il nostro viaggio da una bolla che decolla e punta l'alto; la bolla in cui ci sentiamo, figlia di tutto ciò che abbiamo vissuto e che ci lascerà sospesi in un sogno per un bel po'.

Inutile provare a sintetizzare, ora, dove siamo stati, cosa abbiamo visto e fatto negli ultimi due mesi. Per quello ci sono le fotografie, i racconti e tanto altro materiale che verrà aggiunto sul nostro sito.

Di certo, Meneghina Express nella sostanza è già il Viaggio Motociclistico Elettrico Più Lungo Del Mondo: circa 12.000 km fatti a suon di batterie (oltre 4000 in più dell'attuale primato), che verranno successivamente formalizzati dall'Ente che gestisce le pratiche legate al Guinness.

Riteniamo indispensabile, invece, ringraziare coloro i quali hanno preso parte a questa avventura unica, come componenti “fissi” del Team. E per farlo, piuttosto che abbandonarci a una lunga lista di nomi, scegliamo di restituire giustizia ai tratti caratteriali di ogni partecipante, celebrandone volentieri le pieghe migliori. Poiché riuscire a portare a termine una tale impresa, ha significato provare a offrire agli altri il meglio di sé, nonostante le avversità e gli attimi di tensione che inevitabilmente possono insinuarsi tra sei persone che viaggiano insieme ventiquattro ore su ventiquattro, per quasi due mesi, attraverso alcuni dei luoghi più remoti del Mondo. Provando a realizzare un sogno unico, innovativo e, soprattutto, inedito.

Un Grazie profondo a:

Nicola:

Pilota attento e di grande esperienza, uomo visionario e dotato di grandissima forza di volontà, supportata da un'intelligenza fine. Ha concepito questo sogno ed è riuscito a renderlo una realtà, prima che chiunque altro sia stato in grado di farlo. Autoritario nella sua leadership, non s'è perso d'animo nemmeno quando tutte le circostanze remavano contro la buona riuscita dell'impresa. Per lui in molte occasioni hanno parlato gli occhi: scuri e profondi, mostravano l'assenso o il dissenso, riuscendo però a tradurre le emozioni in parole misurate, capaci di tenere insieme un gruppo di persone molto diverse tra loro. Attento al benessere di ogni componente, ha accolto le richieste diverse di ciascuno, stupendoci con una serie di iniziative affatto scontate, come la possibilità di farci vivere al massimo i pochi giorni di pausa contemplati nel viaggio. Talvolta per realizzare un obiettivo difficile, è indispensabile frenare il cuore e accelerare la mente: è una capacità che si può affinare col tempo e che, grazie al suo esempio, potremo sicuramente sensibilizzare.

Valerio:

Se dobbiamo immaginarci cinquantenni, un giorno, per molti versi ci piacerebbe essere come lui. Libero dagli schemi e svincolato dai luoghi comuni, Valerio ha concepito insieme a Nicola il progetto Meneghina Express. Capace di scherzare e riservare un sorriso a ognuno, un attimo dopo poteva elargire un rimprovero serio e senza compromessi. Ogni volta che si è scaldato, è stato in grado di raffreddarsi, senza serbare stupidi rancori. Un pilota che ama la moto prima di ogni altra cosa, per necessità – sempre legata alla gestione di un'impresa del genere e di risorse umane con caratteri diversi – ha provato a essere “duro”: di certo le sue raccomandazioni e i suoi consigli sono stati utili e importanti, ma bastava che attorno ci fossero dei cani o dei bambini, che anche l'espressione più seria di Valerio diventava un sorriso impossibile da togliere. Flessibile come pochi, ha mangiato qualsiasi cosa ci fosse, dormito ovunque, lavorato sulla moto dalle prime ore del mattino a sera tarda. È uno di quelli che non si fermano mai, e siamo certi che continuerà a darci dentro, tenendo sempre accelerato. Sull'asciutto e sul bagnato.

Giorgio:

Il “Ceppi” è uno di quei personaggi mitici che puoi amare od odiare. Ma, alla fine, non puoi fare altro che amare. Le sue intuizioni e le sue capacità – legate soprattutto alla meccanica e all'impiantistica – sono state fondamentali per la buona riuscita dell'impresa. Così come la sua dedizione alla causa: magari borobottando, magari discutendo, non andava mai a dormire senza avere la certezza che le batterie si ricaricassero nel modo giusto, che le connessioni ai caricatori fossero stabili, che le moto funzionassero a puntino. Il buon Giorgio ha raccontate centinaia di aneddoti legati alla sua vita, al lavoro, alle donne, ai viaggi. Con la vivacità e l'immaginazione tipiche di chi ama vivere fino in fondo e, allo stesso modo, abbia conosciute tante difficoltà e tanti dolori lungo il corso della propria esistenza, ci ha intrattenuti e fatti sorridere moltissime volte. Un cuore grande che attende solo di trovare l'accoglienza che merita, per rilassare i muscoli e abbandonarsi al piacere della tranquillità.

Enrico:

Se conoscete altre persone di sessanta anni capaci di adattarsi a tutto, fatecelo sapere. Per carità: l'età anagrafica non certifica certo capacità o incapacità, ma non crediamo sia da tutti – non fosse altro che per lo sforzo fisico – attraversare deserti e steppe, dormire in topaie e avere buche come bagni, o non averli proprio. Moderato e silenzioso, preciso nella cura delle cose sue e degli altri, Enrico ha viaggiato sulla nostra stessa auto per l'intera durata del viaggio. Da lui abbiamo appreso tanti consigli legati al percorso che separano un giovane uomo alla conquista della sicurezza dell'uomo maturo. Sì è adoperato in tutti i sensi e abbiamo la certezza che dopo questo viaggio, per lui cambieranno una serie di cose. Dopo avere dedicata un'intera vita a lavorare, tra poco arriverà il tempo dello svago: ora è certo che con grande probabilità non sarà disponibile presso il solito domicilio, ma navigherà con la famiglia il Mediterraneo e, chi lo sa, forse raggiungerà mari ben più lontani.

Rimangono poi sentiti e indispensabili i ringraziamenti a Mirco e Damiano, i fotografi che hanno seguita e documentata l'impresa – l'uno fino ad Astana in Kazakhstan, l'altro da lì a Milano – i cui scatti diventeranno sicuramente un meraviglioso libro fotografico. La loro presenza, insieme a quella di Carlo Mantori (che, a conti fatti ha trascorsi quasi 10 giorni con noi, portando un sostegno non indifferente grazie alla sua simpatia e all'infinità disponibilità), oltre a garantire la documentazione grafica di Meneghina Express, è stata fondamentale per tutte le altre questioni implicite: tracciare i cambi e i consumi delle batterie, adoperarsi nel carico e nello scarico dei nostri atrezzi e, semplicemente, esserci e fare parte di una squadra che aveva bisogno di ogni singolo elemento per potere funzionare.

Grazie a Valentina, Elena, Sara, lo Staff di Selerant ed Egv1 e tutti gli Sponsor (che preferiamo menzionare negli spazi a loro dedicati).

Quanto a chi scrive: non è galante descrivere se stessi, molto meglio lasciare agli altri la possibilità di farlo. Ad ogni modo, la speranza e l'augurio dell'autore di queste parole sono molto semplici: se avete letto e alcune delle parole vi hanno raggiunti, emozionati, o, anche, sono solo state in grado di intrattenervi, ne siamo onorati. Riteniamo una fortuna e un privilegio avere fatto parte di Meneghina Express e averne potute raccontare le imprese.

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