Giorno 2 - Cina
- 11 Giugno
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- Creato Martedì, 11 Giugno 2013 06:05
Siamo "carichi"
Suona la sveglia, ma per quanto eravamo stanchi la sera prima, incredibilmente non la sentiamo.
Ci pensa Nicola, che ha energie da vendere, sempre e comunque, a svegliarci con una chiamata.
Per fortuna non siamo davvero in ritardo: ci precipitiamo nello spazio sotterraneo dell'albergo, dove abbiamo parcheggiati i pick-up e le moto, per le ricariche elettriche effettuate nella notte.
Mentre ci spostiamo, scorgiamo che all'esterno c'è vento e sta piovendo. Non le condizioni ottimali per cominciare carichi la giornata, ma nemmeno così scoraggianti da farci preoccupare. Rintronati dalla sveglia improvvisa, troviamo Valerio che già indossa la tuta da moto e, con un filo di ingenuità, gli chiediamo se sarà possibile partitre con le moto, viste le condizioni atmosferiche. Ci guarda come un insegnante di matematica potrebbe guardare un alunno che alla domanda “Quanto fa due più due?” avesse l'ardire di rispondere: “Cinque!”.
The best shot of the day by Mirco Lazzari
Ovviamente i ragazzi partono in moto: sono esperti, hanno la passione per le due ruote da tutta la vita, e non è certo la pioggia a preoccuparli.
Così come non sembrano in difficoltà, quando dopo i primi cento chilometri a cui segue la prima sostituzione delle batterie, riprendiamo il viaggio e passiamo attraverso la cittadina di Xin Tai Shi: l'aria si fa pesante, il cielo più scuro, ed enormi ciminiere iniziano a spuntare come funghi, vicino alle quali ci sono cumuli, quasi montagne, di materiale nero. È carbone e si fissa sui caschi dei piloti, e sui nostri visi che a volte si sporgono dai finestrini dei pick-up per fare foto e riprese, come la colla prende rapida su un foglio di carta. È singolare pensare che, alla fine, l'energia elettrica che utilizziamo (anche) per ricaricare i nostri equipaggiamenti, è il frutto della sintesi dell'estrazione e della lavorazione del carbone: sostenibili sì, ma pur sempre vincolati a dinamiche insovvertibili.
Dopo altri cento chilometri, ci concediamo una breve sosta e facciamo due passi attraverso uno dei moltissimi mercati all'aperto che ci capita di intravedere mentre viaggiamo: frutta di stagione, (ormai è chiaro che pesche, mele, angurie, banane, ciliegie siano tra i prodotti ortofrutticoli più diffusi in questo periodo, insieme ai cavoli e ai cavolfiori), e una curiosa schiacciata che assomiglia per consistenza e cottura a una “crescente romagnola”. Il buon Mirco, che proviene dall'Emilia Romagna, tra uno scatto e l'altro, fiuta letteralmente la pietanza. Insieme a Carlo ne compra una forma tonda e sottile: è ottima, all'interno c'è dell'erba cipollina. Tutti insieme dividiamo come bambini la torta salata, e siamo felici di entrare sempre più in una Cina rurale e sconosciuta, dove non c'è persona che non ci fermi, voglia una foto ricordo con noi, accarezzi le moto come fossero puledri a riposo.
A Dezhou, centocinquanta km più a nord, vediamo qualcosa che non pensavamo potesse esistere: un'immensa, davvero smisurata, distesa di pannelli solari, costruiti in serie verticale, orizzontale, posizionati su pale eoliche, su ogni singolo lampione per chilometri e chilometri, con una struttura culminante a forma di disco inclinato, tutta rivestita di pannelli. Non crediamo di esagerare se pensiamo a un diametro di almeno duecento metri.
Veloce come un proiettile, arriva anche il primo vero tramonto di questa Cina: il sole cala lento nel rosa sfuocato della sera che si avvicina, e Nicola e Valerio sono felici di attraversare la cittadina di Dong Guang Xian facendo lo slalom sui bacelli di orzo che i contadini hanno buttato sulla strada, dove ne fanno un primo setaggio e li confezionano per una prima sessione di trasporto. Slalom e “qualche” impennata, come a voler gridare al mondo che a volte basta una ruota per essere stabili e felici. In sicurezza e con piena padronanza, perchè lo sanno fare, e noi che viaggiamo sul pick-up rimaniamo a bocca aperta, ammirati da tanta perizia.
Enrico fa un gran lavoro, sale e scende dal mezzo a quattro ruote per riprendere i momenti più significativi di ogni giornata. Carlo è un compagno di viaggio impareggiabile, affidabile e piacevole sotto ogni punto di vista: dispiace pensare che stia con noi solo per qualche giorno.
E Giorgio? Osserva, valuta e quando è il momento agisce. Non ha rivali, dal punto di vista tecnico e meccanico.
Come è accaduto fino a pochi minuti prima che venissero scritte queste righe: siamo finalmente arrivati a Cangzhou e appena parcheggiamo e pregustiamo un po' di sano riposo, ci rendiamo conto che c'è un problema: i generatori presentano dei limiti, ovvero non fanno esattamente il lavoro che dovrebbero. I nostri pensieri più atroci vanno a mister Sun, il tutto fare al quale ci eravamo affidati per una messa a punto preventiva, le cui lacune si presentano come le sorprese poco gradite.
Poco male: saltiamo praticamente la cena e lavoriamo fino all'una di notte. Domani è un altro giorno, i problemi si possono risolvere, le avventure “vere” non sono film e soprattutto siamo una squadra sempre più compatta: ce la faremo. Questo, anche questo, è Meneghina Express!
Testo e foto di Flavio Allegretti
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