Giorno 1 - Cina - 10 Giugno
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- Creato Lunedì, 10 Giugno 2013 23:13
Da Shanghai a Linyi: il sogno diventa realtà
UNA DOVEROSA PREMESSA: DA OGGI, SI INIZIA A “FARE SUL SERIO”. CONTINUEREMO AD AGGIORNARE IL BLOG E LA PAGINA FACEBOOK, IL CUI TESTO E LE CUI FOTO SONO A CURA DI FLAVIO ALLEGRETTI.
GLI INTERVENTI SARANNO MENO CORPOSI, MA VERRANNO COMPENSATI DA BREVI AGGIORNAMENTI E DA UN PEZZO FORTE: UNA TANTUM, PUBBLICHEREMO UN “BEST SHOT” DI MIRCO LAZZARI, IL FOTOGRAFO UFFICIALE DI MENEGHINA EXPRESS CHE STA IMMORTALANDO QUOTIDIANAMENTE L'IMPRESA CON GUSTO E SAPIENZA FUORI DAL COMUNE. FIDATEVI: NE VEDREMO DELLE BELLE!
Coricarsi alle due di mattina per svegliarsi alle quattro, non è il massimo della vita se un’ora dopo si è in partenza per una tappa epica – la prima, quasi 700 km – da percorrere con moto elettriche che per la prima volta nella storia si propongono di affrontare 13.000 km a batterie.
Eppure ci svegliamo tutti in orario e dopo avere caricati i pick-up, partiamo allo volta di Nantong, il cui raggiungimento è reso possibile da un traghetto che ci porta dalla sponda giusta del fiume Azzurro.
Più che un fiume assomiglia a un mare, per portata, numero di navi – navi, non barchette o battelli – che lo popolano in superficie. Il porto di destinazione è grande sei volte quello della nostra Genova e durante il tragitto notiamo un ponte a doppia campata che corre parallelo alla nostra rotta: sarà lungo, a occhio e croce, una dozzina di km. Non abbiamo scelta quella via, perché le moto non possono circolare su ogni strada.
Valerio e Nicola hanno guidato con prudenza, perchè le strade che abbiamo percorse da Shanghai a qui, nonostante il sole dovesse ancora sorgere, erano già trafficate, e l'atteggiamento folle dei conducenti locali – per i quali non valgono semafori rossi, verdi o gialli – sarebbe capace di mettere in crisi anche il pilota più esperto.
Ad ogni modo riusciamo a uscire dalla metropoli e ci rendiamo conto che in Cina, in questa parte che impariamo a conoscere dopo una settimana di Shanghai, tutto ha dimensioni per noi sproporzionate: ciò che vediamo non assomiglia alla grandezza “all'americana”; non è la rappresentazione di un regime politico e di un boom economico, né la volontà di edificare o progettare a tutti i costi. Grandem è semplicemente tutto grande. Tanti, i cinesi sono tantissimi.
E allora le serre vanno per cinquanta in serie, una adiacente all'altra, coltivate a pomodori e cavolfiori, perlopiù; i campi sono sterminati, le risaie si perdono agli occhi, i palazzi possono essere anche cento e alti il doppio in metri, e sorgono uno dopo l'altro come reattori puntati al cielo e diretti verso un altro mondo.
Chiaro, è solo un assaggio, una briciola di un pezzo di fetta della torta che avremo la fortuna di gustare, ma emoziona e spaventa un pochino.
Le moto vanno che è un piacere e anche con i pick-up ci troviamo a nostro agio: utilizziamo degli apparecchi “intercom” che ci permettono di comunicare con i piloti. Non è raro perdersi di vista: non ci è mai capitato prima, e solo ora ci rendiamo conto che non è semplice viaggiare come fossimo una carovana, soprattutto se – più che comprensibile – Nicola e Valerio hanno voglia di fare una sosta in uno sterrato a fare due sgommate o uno di noi, alla guida dei mezzi a quattro ruote, si becca un semaforo rosso, mentre gli altri sono avanti.
Una bella giornata di scoperte, insomma. Le primissime, tanto legate al territorio e ai consumi, quanto agli aspetti tecnici inerenti alla guida, all'autonomia di ogni mezzo, al cambio batterie, ai pezzi di guarnizioni che perdiamo e ai caricatori che talvolta difettano nel loro lavoro, necessitando di messe a punto e settaggi elettronici.
Per le nove di sera arriviamo a Linyi: tredici milioni di abitanti – una fra le 25 città in Cina con più di dieci milioni di persone che le occupano – strade maestose, illuminazioni da parco dei divertimenti, grattacieli degni della skyline newyorkese e una nebbia che fa da filtro a tutto: sono le nostre palpebre, che calano come saracinesche, dopo 672 km di strada secondaria e venti ore da svegli, con alle spalle giorni di preparativi intensi.
Crediamo che per oggi possa bastare e rilanciamo ai prossimi giorni il racconto di come Carlo abbia deciso di ricaricare per la prossima settimana il telefono esclusivamente avvaledosi di un pannello solare; o di come ognuno dei membri di questo Team sia “particolare” e nella propria unicità possa essere utile alla causa di questa missione.
Vi racconteremo dei campi e degli odori, del cibo e dell'ottima frutta che abbiamo già assaggiata. L'avventura è appena iniziata. Domani arriveremo a Cangzhou. Seguiteci!
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