Meneghina Express’ numbers:

12379 Kilometers in 44 days

350 hours riding

297 batteries recharged

12 countries

4500Kg Co2 reduced vs. gas

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Giorno -5 - Cina flag - 5 Giugno

Ci stiamo preparando per la partenza!

Dormire in un luogo molto lontano da casa con alle spalle la discronìa causata dal fuso orario, può significare gettarsi in un precipizio di sonno dal quale è difficile risalire, oppure abbandonarsi dolcemente sopra un materasso straniero per risvegliarsi in una camera, senza il beneficio del senso dell’orientamento.

Il secondo giorno a Shanghai – il primo vero giorno, considerando il precedente come il prolungamento del viaggio dall’Italia – è iniziato per il Team di Meneghina Express con un’indispensabile visita all’ufficio di polizia del distretto in cui alloggiamo. Le autorità devono sapere da dove arriviamo e dove siamo diretti, perché siamo qui e quale ragione giustifica i meravigliosi visti che occupano interamente una pagina dei nostri passaporti. Camminiamo dall’abitazione di Nicola e Valentina (ci ospitano in casa propria in questi primi giorni, gentili come se ci conoscessimo da sempre) in compagnia di una ragazza cinese, che ci aiuterà a sbrigare le pratiche legate alla nostra immigrazione temporanea.

Ci spingiamo in una zona appena periferica e subito vediamo cambiare i negozi, che da grandi magazzini diventano esercizi minuscoli, posti uno adiacente all'altro. Vendono di tutto e non è raro che di fianco a un fruttivendolo ci sia un'officina a cielo aperto, oppure ci siano dieci parrucchieri di fila con insegne luminose e tagli creativi che trionfano dalla vetrine. In meno di un'ora sbrighiamo le pratiche dalla polizia: siamo temporaneamente e ufficialmente cittadini cinesi e da domani, se tutto va bene, dovremmo essere pure dotati di patenti locali!

Si parte a tutta birra verso l'officina di mister Sun, per recuperare i pick-up e muoverci nuovamente verso il "distretto dei metalli". Più che un distretto, assomiglia a una piccola città contemplata nella metropoli madre: svariati chilometri quadrati dove si concentrano fabbriche che lavorano acciaio, alluminio, ferro, ottone... Lavorano indifferentemente uomini e donne - queste ultime non rinunciano alle scarpe col tacco nemmeno se scaricano listelli di metallo da un furgone - ed è incredibile vedere come tutto sia in fermento, ognuno sia alle prese con pezzi di ferro da tagliare, piegare, smerigliare. C'è una confusione difficile da descrivere, eppure nel marasma di motorini e automobili che si muovono in questo labirinto di officine, uno strano ordine sembra regnare: il lavoro, la produzione, l'attività che non conosce orari né tregue.

Tant'è che arriviamo attorno a mezzogiorno e rimaniamo presso una di queste fabbriche-officine per le dieci ore che seguono: i pick-up di Meneghina Express si dotano ogni giorno di un accessorio nuovo e necessitano di modifiche che, fino al giorno prima, non erano state contemplate. Nicola oltre ad essere un organizzatore perfetto e un amico puntuale, è un gran lavoratore: si sposta da un'officina all'altra per capire chi riesca a realizzare una determinata protezione per la coppa dell'olio; si assenta per un'ora perché deve discutere al telefono di lavoro, il "suo lavoro", e torna sorridente con in testa tutte le misure che serve comunicare al fabbro della via parallela a quella in cui ci troviamo, affinché possa bucare dei pannelli e permetterci di fissarli ai veicoli.

Giorgio segue i lavori e ci mette del suo: da quando ha diciotto anni si adopera in saldature, montaggio di impianti, lavori elettronici. Pare che i cinesi non capiscano esattamente come desidera che si lavori, ma alla fine tra mille difficoltà le cose vengono fatte in modo più che dignitoso. Enrico gira con la telecamera e riprende ogni situazione, con l'occhio attento di chi non può farsi scappare determinati movimenti. Flavio gli sta accanto con il microfono in mano, e prova a raccontare ciò che accade, fa le fotografie in attesa dell'arrivo del "fotografo ufficiale", con la concitazione propria di chi ama stare in situazioni nuove e sconosciute: tutto il materiale un giorno diventerà una serie per Rai 5, e sembra di avere già viste moltissime cose, mentre ci stiamo solo preparando alla partenza.

Squilla il telefono di Nicola: dall'altra parte ci sono Valerio e Mirco.  Si stanno imbarcando a Malpensa e domani saranno qui.

Alle dieci di sera i lavori sui pick-up sono terminati, perlomeno quelli previsti per oggi. Rimane il tempo necessario per tornare verso casa, darsi una lavata e uscire a mangiare qualcosa: non contenti, Nicola e Giorgio decidono di fare sibilare i motori elettrici delle moto di Meneghina, mentre Flavio ed Enrico li seguono a bordo di un motorino.

E' bello guidare le due ruote per le vie di Shanghai, di notte, mentre profumi che non esistono in Europa pervadono l'aria e bisogna stare attenti ad ogni incrocio e ogni strada. Così come provare a rispettare i semafori, attitudine non proprio comune nei locali. Tutti, però, sembrano essere d'accordo con un'idea: le nostre moto devono essere proprio belle (e molto rare) perché non c'è passante che non si stupisca o motociclista che non le invidi.

Domani proseguiremo i lavori e andremo a visitare la Tony's Farm, azienda agricola biologica tra le meglio strutturate di Shanghai.

Ne vedremo delle belle e assaggeremo delle buone!

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