Giorno -4 - Cina - 6 Giugno
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- Creato Giovedì, 06 Giugno 2013 06:40
Patenti: i problemi iniziano...
Per ottenere la patente in Cina, si deve essere disposti a mutare le propria forma. Da esseri umani a pezzi di qualcosa, che attraversano tutte le fasi di una catena di montaggio. Ci siamo sentiti così, stamattina presto, quando alla motorizzazione di Shanghai siamo stati accolti da Jessica – la delegata di un’agenzia locale che assiste gli “stranieri” nell’ottenimento di permessi e quanto altro possa servire – che a ritmi incalzanti ci guidava nell’enorme struttura burocratica delle licenze di guida. Come ogni altro cinese, abbiamo presentato documenti e fotocopie degli stessi, abbiamo atteso il nostro turno per farci immortalare dietro una parete bianca, per poi sottoporci a esame della vista, dell’udito, della pressione, delle funzionalità cardiovascolari e di qualsiasi altra cosa potesse certificarci abili o non abili alla guida. Il tutto in non più di quaranta minuti, in una centrifuga di uffici e palazzine dentro cui entravamo per uscirne con un timbro in più sopra un foglio provvisorio, fino al traguardo finale: l’ufficio massimo, del secondo piano del Palazzo Uno, seduti di fronte a una poliziotta, che a carte verificate e vidimate ci informa di un terribile paradosso.
A quanto pare la legge è appena cambiata: per ottenere una patente temporanea si deve presentare un documento che attesti di avere noleggiato un veicolo; per noleggiare un veicolo, è indispensabile avere la patente temporanea! Cosa fare? Come fare, soprattutto!?
Jessica si prodiga chiamando numeri sconosciuti e parlando un cinese ancora meno comprensibile di quello che ascoltiamo per le strade, se possibile. Risultato: forse non otterremo la patente, ma possiamo provarci partecipando a una lezione teorica della durata di due ore, che avrà luogo domattina. Per ora le patenti non le abbiamo. Torniamo dalla catena di montaggio motorizzata (Enrico, Flavio e Giorgio) e incontriamo Nicola alle prese con i pick-up. Mister Sun, ancora, non vuole lavorare come dovrebbe: monta pezzi al contrario o non li monta proprio, nonostante gli sia richiesto esplicitamente. Tuttavia i mezzi prendono forma e anche i generatori che trasporteremo, capaci di generare 6 KW ciascuno, sono pronti al collaudo: girano che è un piacere, nonostante esistano ancora dei limiti legati allo scarico e all’alloggio degli stessi nel vano posteriore dei pick-up. Giorgio si prodiga nel fissaggio dei fari di profondità, Enrico tra una ripresa e l’altra ritaglia gli adesivi da applicare alle taniche che trasporteremo, Flavio si cala sotto una delle auto e monta o smonta ciò che gli viene richiesto, o prende appunti utili alla scrittura di ciò che leggete.
C’è tempo per un panino e il Team deve necessariamente dividersi: Nicola, Flavio ed Enrico vanno a visitare la Tony’s Farm – accompagnati da Nicoletta, una giovane donna italiana, esperta di sostenibilità e alimentazione, che da sette anni risiede in Cina – per avere un primo vero confronto con l’agricoltura biologica e con i metodi di coltivazione, crescita, produzione e distribuzione dei vegetali.
La visita è più che soddisfacente: una delegata dell’azienda agricola ci mostra come anche questa parte di Cina si sia adeguata alle più moderne tecniche di produzione, scevre dall’utilizzo di fertilizzanti chimici, conformi agli standard e alle leggi internazionali che regolano la materia. A quanto pare, quella di Shanghai è un’agricoltura al momento dedicata a un’elite: le produzioni della Tony’s Farm, infatti, sono quasi esclusivamente destinate ai dipendenti delle grandi multinazionali che hanno sedi qui, le quali declinano i prodotti dell’agricoltura biologica in benefits destinati ai loro manager. In ogni caso, questa visita rappresenta solo un assaggio di ciò che vedremo lungo il nostro viaggio, dove non mancheranno aree dedicate alla coltivazioni intensive e le filiere agroalimentari avranno diversi criteri di sostenibilità. Torniamo dalla gita pomeridiana e troviamo Giorgio in compagnia di due persone già viste: sono arrivati Valerio e Mirco!!
Nonostante siano visibilmente provati dal lungo viaggio, si stanno adoperando insieme a Mister Sun e lo stesso Giorgio, nelle infinite modifiche e nei più precisi accorgimenti destinati ai veicoli. Valerio ci saluta con un entusiasmo contagioso: sarà bello viaggiare insieme, e indispensabile oltre che necessario, imparare a rispondere con un sorriso alle difficoltà che incontreremo.
Mirco è tranquillo, osserva con attenzione ciò che accade intorno e inizia a immortalare qualche passante o alcuni di noi che sono in cima a uno dei pick-up per fissare gli pneumatici di scorta. È sufficiente dare un’occhiata alle anteprime dei suoi scatti, direttamente sullo schermo integrato nella macchina fotografica, per capire che Mirco Lazzari non è un fotografo, ma piuttosto un artista che ha scelto la fotografia per esprimersi.
Ora il Team è davvero al completo: Nicola e Valerio fondatori e centauri; Enrico, Flavio, Giorgio e Mirco a dare vita insieme a loro a questa avventura, la cui partenza è sempre più vicina. C’è anche uno special guest: Carlo Mantori, trentaquattrenne che vive qui da qualche anno, simpatico e buono, ci accompagnerà fino ai confini con la Mongolia, offrendo tutto il supporto che una “missione” di questo calibro può necessitare.
Domani ci saranno nuove scoperte da fare, patenti (forse) da conseguire, visite alla città e una serata libera, dove tutti insieme percorreremo le strade di questa Shanghai piena di fascino e contraddizioni.
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Siamo arrivati al secondo appuntamento con la pagella della sostenibilità, oggi parliamo della nostra esperienza in Mongolia.
11 Luglio 2013 | Leggi tutto...
La crescente domanda mondiale di alimenti d’origine animale – uova, latticini, carne ha determinato l’esigenza di avere sistemi di allevamento molto efficienti, in grado, cioè, di produrre molto, in poco tempo e in poco spazio. Tanto più che la diminuzione della disponibilità di suoli ha di fatto impedito l'espansione del pascolo estensivo. L’avvento dell'allevamento intensivo ha rappresentato una soluzione in questo senso.
Produrre di più, in poco tempo e in meno spazio, ha degli effetti sull'ambiente di due tipologie: diretti, relativi all'allevamento vero e proprio, e indiretti, ne sono un esempio gli impatti della produzione di cereali per la nutrizione del bestiame.
Venendo meno i pascoli, infatti, sono cambiate anche le fonti di alimentazione destinate all’allevamento: circa l’80% della produzione di cereali mondiale, oggi, viene utilizzata come mangime negli allevamenti: i cereali, infatti, consentono agli animali di crescere più in fretta.
01 Luglio 2013 | Leggi tutto...
La mongolia delle popolazioni nomadi e delle steppe incontaminate.. siamo sicuri di non sognare ad occhi aperti?
Questo interessantissimo articolo di "Le monde diplomatique" fa il punto su un paese in transizione, dove solo 1/3 della popolazione vive ancora di pastorizia nomade.. e Ulan bator è la seconda città più inquinata del mondo.
01 Luglio 2013 | Leggi tutto...