La pagella della sostenibilità

Meneghina Express non è solo un viaggio da Guinness dei primati, è soprattutto un'avventura all'insegna della sostenibilità. Lo abbiamo detto già tante volte. Oggi cerchiamo di entrare un po' nel dettaglio e spiegarvi in che modo affronteremo questo tema.

Il nostro obiettivo è quello di riflettere sui diversi significati che la sostenibilità assume in diversi contesti, nel campo della mobilità come in quello della produzione alimentare. Per quel che riguarda quest'ultimo aspetto, abbiamo chiesto ai Prof. Bruno Notarnicola e Giuseppe Tassielli esperti di analisi del ciclo di vita dei prodotti alimentari presso l'Università di Bari, di aiutarci attraverso l'elaborazione di un sistema di calcolo grazie al quale poter valutare, giorno per giorno, la sostenibilità dei prodotti alimentari locali che mangeremo. Il risultato sarà una sorta di pagella della sostenibilità, grazie alla quale poter mettere a confronto la sostenibilità dei diversi cibi incontrati lungo il viaggio con quelli della nostra dieta mediterranea.

Consideriamo questo strumento un escamotage per riflettere sulle variabili economiche, energetiche, ambientali e sociali che concorrono a definire le produzioni alimentari e i loro impatti ambientali. Riflessione che approfondiremo quotidianamente con dei focus sugli aspetti della sostenibilità alimentare che riterremo significativi per il contesto-paese in cui ci troveremo.

Torniamo ora al lavoro realizzato dall'Università di Bari e cerchiamo di capire che cosa significa Analisi del Ciclo di Vita (Life Cycle Assessment) dei prodotti: si tratta di una metodologia per la valutazione degli impatti ambientali di un prodotto, che tiene in considerazione tutte le fasi del processo di produzione di tale prodotto, “dalla culla alla tomba” ossia dalla produzione alla dismissione. I risultati di uno studio del genere possono essere sintetizzati in alcuni indicatori chiave, che per loro natura consentono una lettura immediata e soprattutto confrontabile con altri indicatori. Nel nostro caso, è stato utilizzato un unico parametro, la carbon footprint determinata dalla somma dei tre principali gas serra (anidride carbonica, metano, protossido di azoto), tradotta poi in un unico indicatore di sintesi, l'anidride carbonica o meglio il chilogrammo di CO2 equivalente. Cosa significa? Vuol dire che tutti gli impatti sul riscaldamento globale (o effetto serra) generati dalla produzione di un determinato alimento vengono tradotti in termini di emissione di CO2 – anidride carbonica.

foto sostenibilità

Abbiamo intervistato i Prof. Bruno Notarnicola e Giuseppe Tasselli per farci spiegare nel dettaglio il procedimento che hanno utilizzato per giungere alla costruzione della banca dati e quindi al sistema di calcolo che ci consentiranno di valutare la sostenibilità dei nostri pasti on the road. L'aspetto più importante da mettere in evidenza a mo' di premessa è che il loro studio è basato su banche dati scientifiche di grande valore oggettivo.

In particolare, il loro lavoro è partito dall'analisi dei dati esistenti nella letteratura scientifica LCA (Life Cycle Assessment) su prodotti alimentari (agricoli e trasformati). In particolare sono state utilizzate le banche dati della FAO, che dettagliano per ciascun paese le tipologie di prodotti alimentari, gli ettari coltivati, le emissioni totali di CO2 e via dicendo, insomma tutte le variabili di produzione che determinano diversi impatti ambientali. Hanno anche considerato altre banche dati di LCA validate, come Ecoinvent (la banca dati principale di LCA), Foodlcadk oltre che altri dati LCA dati provenienti da dichiarazioni ambientali di prodotto.

A partire da questi dati, hanno ricostruito la carbon footprint dei singoli prodotti, stilando l'inventario del ciclo di vita sia di prodotti primari (agricoli e di allevamento) che di prodotti trasformati. Questo lavoro è stato realizzato per ciascun paese, perchè sulla base del mix energetico e di altre variabili di produzione, ogni singolo paese produce beni alimentari primari e trasformati con una carbon footprint diversa. Il calcolo del mix energetico e la sua traduzione in termini di anidride carbonica equivalente si è basato sulle banche dati dell'IEA – Agenzia Internazionale dell'Energia.

Grazie alla costruzione di singoli inventari dei prodotti alimentari tipici e grazie anche alla ricostruzione del mix energetico, per ogni singolo paese, è dunque possibile calcolare il valore di ciascun alimento che mangeremo in termini di carbon footprint espressa in chilogrammi di CO2 equivalenti. A questo punto sarà interessante per noi confrontare la nostra dieta on the road con quella tipica del nostro paese, la dieta mediterranea. Con questo confronto non vogliamo dimostrare nulla, crediamo solo che paragonare i dati possa costituire un'efficacie spunto di riflessione, portando alla luce aspetti che non avevamo mai preso in considerazione!

I Prof. Notarnicola e Tassielli ci hanno supportato anche in questa fase, fornendoci un dato medio, presente nella letteratura scientifica, per la dieta mediterranea italiana in termini di carbon footprint espressa in kg di CO2 equivalenti. Hanno trovato un dato costruito sugli stessi parametri degli inventari dei paesi dell'itinerario di Meneghina, in modo che siano confrontabili. Presumendo che la nostra dieta durante il viaggio spazierà dalle 2.000 alle 2.500 kcal al giorno, la carbon footprint della dieta mediterranea di confronto sarà pari a 4,9 kg di CO2 equivalente al giorno per l'assunzione di 2.000 kcal, 6,1 kg di CO2 equivalente al giorno se assumeremo 2.500 kcal.

Per conoscere il confronto con gli altri 10 paesi che attraverseremo dovete seguire il nostro racconto sul blog!

Stay tuned!